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8SAN ROCCO IN ALBENZAAbbiamo visto sul numero precedente del Bollettino parrocchiale le avventure di Daniel Hyams prima arrivare in Albenza; qui conosce Domitilla. Nell%u2019intervista che stiamo seguendo dice: %u201cLa cucina di Palmina era un alveare di attivit%u00e0 quando un maiale incontrava la propria fine di notte, ma all%u2019alba non c%u2019era pi%u00f9 traccia del lavoro di macellazione. I salumi erano nascosti appesi alle travi, le costate di maiale e i quarti anteriori e posteriori distribuiti ovunque. Sentimmo per la prima volta della famiglia di Elvira Rota quando sua figlia, Ester, organizz%u00f2 un viaggio della salvezza da Domodossola in Svizzera. Aveva un gruppo di 6 persone e invit%u00f2 me e Owen a unirsi. All%u2019inizio ci attir%u00f2 l%u2019idea di metterci finalmente in contatto con le nostre famiglie, ma temevamo la possibilit%u00e0 di imbatterci in un gruppo di soldati. Questo fu esattamente quello che accadde e i sei, inclusi tre francesi, furono inviati in Germania. Durante la Via Crucis, nella settimana santa del 1944, alla terza stazione sentii il sussurro del prete quando si ferm%u00f2 dietro di me: %u201cPer favore, non venire a Messa o ad altre funzioni, metti in pericolo la chiesa e la gente%u201d. C%u2019era un solo fascista conosciuto in parrocchia e doveva aver minacciato il buon don Gasparino [don Francesco Gasparini, parroco di Albenza dal 1939 al 1952, di cui abbiamo scritto a lungo sul Bollettino parrocchiale]. Pi%u00f9 tardi, per una brutta bolla nata sotto il mio mento, Palmina insistette che mi facessi aiutare dalla signora Elvira della Ca%u2019 di Precc. La signora Elvira era tenuta in grande considerazione, un vero punto di riferimento per tutti in caso di bisogno. Era l%u2019infermiera, il capo villaggio, soprattutto era pronta ad aiutare chiunque bussasse alla sua porta. Giunsi a considerarla la pi%u00f9 grande donna che io abbia mai incontrato: coraggiosa, disposta al sacrificio, profondamente cristiana.Non ci eravamo mai avventurati oltre il cimitero prima di allora, ma la Ca%u2019 di Precc era facilmente rintracciabile. In risposta al bussare alla porta, fummo accolti da una giovane donna sorridente, spaventata alla vista di persone avvolte in panni scuri. La famiglia Rota non era sconosciuta ai vagabondi, ai prigionieri fuggiti, poich%u00e9 nei dieci mesi precedenti Domitilla aveva portato una pentola di minestra ogni giorno ai Serbi nascosti nel bosco. Lo faceva, nonostante chiunque fosse trovato ad aiutare un prigioniero, poteva essere sommariamente processato. Domitilla, sua madre e sua sorella erano state minacciate una volta che assistevano uno dei nostri prigionieri che Personaggi di Albenza: Daniel Hyams, marito di Domitilla Rota 64a parte - continuaera stato ferito in una retata. Qualche mese pi%u00f9 tardi il vecchio Bortolo scopr%u00ec che la sua gentile moglie ci aveva dato il permesso di dormire nel suo fienile, un po%u2019 distante sopra il paese. Fuori immediatamente! Ma la signora Elvira ci offr%u00ec il riparo in un edificio alquanto diroccato che era rimasto vuoto per molti anni. Questo ci port%u00f2 agli altri tre sudafricani. Ora frequentavamo le ragazze Rota pi%u00f9 spesso, cos%u00ec che presto fummo accettati come parte della famiglia e da %u201csignora%u201d passammo a %u201cmamma%u201d.Un giorno io e Owen eravamo nella stanza superiore nella Ca%u2019 di Precc a separare le pannocchie; l%u2019allarme suon%u00f2 piuttosto tardi. Fummo spinti sotto le panche e coperti sotto le stoppie. Un colpo alla porta port%u00f2 Domitilla gi%u00f9 dalle scale, pronta per affrontare due carabinieri e chiudere la porta dietro di s%u00e9. Alla domanda: %u201cPerch%u00e9 %u00e8 cos%u00ec agitata?%u201d, rispose: %u201cPensavo portaste notizie di mio fratello scomparso in Russia%u201d. Cos%u00ec respirammo di nuovo. Mamma Elvira aveva sposato Carlo, un vedovo con due figli: Pia e Felice. Furono benedetti da altri quattro figli: Pino, Ester, Domitilla e Tarcisio, prima che Carlo morisse nel 1920, sei mesi dopo la nascita di Tarcisio. Felice aveva una propria famiglia. Pino non era ancora tornato dal fronte russo, e Tarcisio era stato dichiarato scomparso nella neve della Russia. Alla fine della guerra sono tornato in Sudafrica e dopo due anni sono tornato per sposare la mia %u201ctusa%u201d, Domitilla Rota, una delle figlie della famiglia Rota che mi aveva nascosto all%u2019Albenza%u201d. Cosa poi hanno fatto Domitilla e Daniel in Sudafrica, %u00e8 noto a tutti.Ermanno Arrigoni