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7per realizzare il sogno dei vecchi che fu sempre quello dell%u2019acquedotto%u201d.Don Torri non si tira indietro di fronte a nessuna difficolt%u00e0 pur di aiutare la parrocchia. Scrive nel 1953: %u201cAvendo una baracca attrezzata per gioppini, ho curato parecchie recite gioppinorie raccogliendo per l%u2019Asilo molto denaro. Dopo enormi fatiche organizzative ho dato il dramma in 4 atti, pi%u00f9 il prologo, %u201cL%u2019incendiario di Vangirard%u201d, grande successo. Nei mesi di gennaio e febbraio %u00e8 stata realizzata una bella pesca pro campane, raccogliendo la somma di lire 77.000%u201d.Le iniziative di don Torri continuano: %u201d8 febbraio 1953. Con notevole lavoro e poca spesa %u00e8 stata allestita da don Torri la sede della Giovent%u00f9 Italiana di Azione Cattolica, con giochi, pingpong, biliardino, biliardo, carte, dama, ecc. 15 marzo 1953: si %u00e8 voluto dare particolare rilievo alle S. Quarantore istituendo le ore collettive di adorazione per i diversi ceti. Per solennizzare le S. Quarantore, dopo la solenne processione, si %u00e8 dato il dramma del %u201cPadre vagabondo%u201d, grande successo. Torri don Pietro ha costruito alla Cuca il 30.6.1953 un pollaio per le rev. suore%u201d.Interessanti sono anche le sue note sulla vita della parrocchia, magari qualche volta con delle esagerazioni: %u201cGita a Venezia: il luned%u00ec dopo Pasqua don Torri ha organizzato una gita a Venezia per impedire le orge in tale giorno (!). Siccit%u00e0 di primavera: %u00e8 iniziata una grande siccit%u00e0 in tutta l%u2019Italia del nord; l%u2019acqua scarseggia nelle fontane e nelle cisterne. Comizio elezioni 30.6.1953. A calmare le esasperazioni per il fallimento dell%u2019acquedotto, don Torri si mise a tranquillizzare gli animi degli Albenzesi, che minacciavano di votare il comunismo, facendo intervenire l%u2019on. Scaglia che assicur%u00f2 il suo appoggio per la realizzazione dell%u2019acquedotto%u201d. Elezioni politiche 1953: %u201cL%u2019abbandono in cui fu lasciata l%u2019Albenza ha dato i suoi frutti. Il numero dei social-comunisti si %u00e8 raddoppiato, in modo speciale per l%u2019inclusione nella sezione elettorale di Albenza, di Carosso, Longa e Sottolonga, che sono rosse al 90%%u201d. Era un prete modesto; scriveva il 20 giugno 1953in occasione del suo ingresso ufficiale in Albenza:%u201cDon Torri %u00e8 stato investito della parrocchia di Albenza; la presa di possesso %u00e8 avvenuta in forma privata, suggerita dal lutto diocesano per la morte del vescovo Bernareggi e le particolari circostanze dell%u2019Albenza, essendo la popolazione in gran parte in Svizzera e ai monti, e perch%u00e9 i debiti della parrocchia sono ancora rilevanti%u201d. Ermanno Arrigoni SAN ROCCO IN ALBENZADopo i due personaggi di Albenza della seconda guerra mondiale che abbiamo ricordato sugli ultimi Bollettini, ritorniamo alla storia dei parroci di Albenza: a don Gasparini (1939-1952) che %u00e8 stato parroco durante la seconda guerra mondiale successe don Pietro Torri, un sacerdote preteoperaio ante litteram cio%u00e8 prima che questo movimento iniziasse in Francia e in Italia, come vedremo presentando il suo ministero in Albenza. Don Torri inizia cos%u00ec il suo %u201cLiber Chronicon%u201d, il libro su cui i parroci una volta scrivevano tutto ci%u00f2 che succedeva nella loro parrocchia: %u201cIl sac. Torri don Pietro il giorno 6 dicembre 1952 entrava in Albenza in qualit%u00e0 di Delegato vescovile, dopo 24 giorni di assenza del prete dalla parrocchia di Albenza%u201d. E, come faceva parte del suo carattere, va subito al concreto: debito campane lire 337.000, debito Asilo lire 50.000, debito all%u2019ingegnere lire 10.000%u201d. Dopo pochi giorni dell%u2019ingresso in parrocchia, prima di Natale, si mette subito all%u2019opera per attrezzare con scenari propri il palco dell%u2019Asilo e ricavare denaro dalle recite per pagare i debiti dell%u2019Asilo; %u00e8 questo un tratto della personalit%u00e0 di don Torri: non si tir%u00f2 mai indietro di fronte a nessuna difficolt%u00e0 e lavor%u00f2 duramente come muratore, manovale, impresario, stenditore di teleferiche per i bisogni della sua parrocchia, e forse anche per questo ruolo cos%u00ec estraneo alla figura del sacerdote, ebbe l%u2019incomprensione di alcuni dei suoi parrocchiani. Fu un sacerdote zelante: faceva gi%u00e0 il catechismo ai suoi ragazzi con cartelloni e filmini, era molto devoto alla Madonna e organizzava il mese di maggio con la recita tutte le sere del Rosario e relativo discorso, metteva un altoparlante sul campanile perch%u00e9 la gente potesse seguire il Rosario anche da casa, aveva organizzato la scuola di canto e faceva tante ore di adorazione. Il 31.12 1952 notava su %u201cChronicon%u201d: %u201cIl progetto acquedotto dell%u2019Albenza (gi%u00e0 portato avanti da don Gasparini) per opposizione della Roncola, fallisce; si iniziano altre pratiche Don Pietro Torri(1952-1964)Parroci di Albenza 65 parte %u2013 continua%u2026