Page 16 - Notiziario Parrocchiale San Bartolomeo e San Rocco Ottobre 2020
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Il nostro oratorio

                              UN’ ESPERIENZA

                            TUTTA DA VIVERE

                       Quello che abbiamo vissuto e che stiamo
                       continuando a vivere è stato veramente
            un tempo che ha stravolto i nostri progetti.
            Se qualcuno avesse preso in mano il Calendario Par-
            rocchiale tra le tante belle iniziative che coinvolgo-
            no la nostra comunità ve ne è una tanto attesa da
            bambini e famiglie: quella del CRE. Lo avremmo
            dovuto vivere dal 15 giugno al 10 Luglio e sarebbe
            stato seguito dalle feste in onore della Madonna del
            Carmine. Le cose sono andate molto diversamen-
            te… ricordo bene, che dopo il periodo del lockdown
            più stretto, feci ritorno in seminario e tra i vari di-
            scorsi che si facevano tra noi seminaristi c’era anche
            quello su cosa si sarebbe potuto fare in questa estate,
            tra restrizioni che sembravano allentare un po’, di-
            verse incertezze ed anche un po’ di timore.          diuvato da un 16-17enne , tenesse un gruppetto di
            I primissimi giorni di giugno tornai ad Almenno e  massimo 7 ragazzi, se si trattava di ragazzi delle ele-
            con don Giulivo, guardandoci un po’ attorno e con-   mentari e di 10 se i ragazzi frequentavano le medie),
            frontandoci anche con altre realtà del territorio, de-  le iscrizioni, il gestire i momenti di entrata ed uscita
            cidemmo, come comunità parrocchiale, di provare  dall’oratorio con l’ormai noto Triage con tutti i mo-
            ad offrire “un sollievo” ai nostri ragazzi che da trop-  duli giornalieri che esso comportava, la formazione
            po tempo non si vedevano più e alle loro famiglie.   per gli animatori  che quest’anno ha richiesto  una
            Pensammo a due blocchi da 10 giorni separati da  particolare attenzione. Inoltre i gruppi non potevano
            una settimana di pausa in occasione della festa del  fare attività assieme, i soliti laboratori non potevano
            Carmine.                                             esserci né, tanto meno, le tanto attese gite in piscina;
            Così partì la macchina organizzativa, anzitutto co-  tutti indossavamo le mascherine e l’igienizzante era
            noscere bene le regole e i protocolli, cercare come  una compagnia costante…
            poterli applicare al meglio, organizzare  la pulizia  Insomma, diverse cose da mettere insieme, non nego
            dei bagni e la loro igienizzazione, il come poter dare  che la sera prima di iniziare avevo qualche timore…
            la merenda ai ragazzi  evitando assembramenti,  la  Eppure quando abbiamo  iniziato,  un’aria bella
            divisione degli spazi aperti e chiusi, la gestione del  e nuova si respirava in oratorio: si tornava a fare
            tempo libero, il trovare degli animatori disponibili  comunità! Tutto quello che forse prima vedevamo
            (le regole richiedevano un maggiorenne che, coa-     come un possibile limite si è rivelato invece essere
                                                                 luogo per far nascere delle belle possibilità.
                                                                 In primis penso all’esperienza del piccolo gruppo
                                                                 che doveva sempre stare assieme, senza avere con-
                                                                 tatti con altri, seguendo i due animatori. I bambini
                                                                 alla fine dei 10 giorni si erano conosciuti meglio,
                                                                 litigato molto meno e soprattutto avevano scoperto
                                                                 che per giocare e divertirsi non c’è sempre bisogno
                                                                 di avere un avversario da battere, ma si può gioca-
                                                                 re per costruire qualcosa di bello, insieme. Ciascun
                                                                 gruppo aveva un’aula fissa, era un po’ la loro “tana”
                                                                 da tenere in ordine, dove attaccare i cartelloni che


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