Page 11 - Notiziario Parrocchiale San Bartolomeo e San Rocco Aprile-Maggio 2020
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IN CAMMINO VERSO L'ORDINAZIONE DI DON LUCA E DON ANDREA
 IN CAMMINO VERSO L'ORDINAZIONE DI DON LUCA E DON ANDREA
            Don Antonio presenta il "Prete dei militari e della gioventù":

                                  Beato Don Carlo Gnocchi

       Lunedì 9 marzo, in piena pandemia, ecco
       giungere  ai microfoni  di Radio  Lemine
       don Antonio Navoni, un sacerdote che ha
       percorso un tratto di strada della sua vita
       con noi, come direttore del nostro oratorio.
       Don Antonio, seguendo il tema assegnato
       sul sacerdozio ministeriale, ossia sul dono
       del prete alla comunità, ha presentato, in
       modo semplice ma incisivo, la stupenda
       figura  del  Beato  don  Carlo  Gnocchi,  un
       sacerdote innamorato di Cristo e dell’uomo,
       un prete generoso, appassionato, un padre.
       Carlo nasce nel 1902 a Lodi in provincia di Milano da una famiglia povera. Presto si trova alle prese con il dolore,
       per la morte del padre avvenuta quando lui aveva solo 5 anni, poi dei due giovani fratelli.
       La mamma con notevoli sacrifici, lo sostiene nella sua ascesa al sacerdozio, fino alla sua Ordinazione avvenuta il 5
       giugno 1925, per le mani dell’arcivescovo di Milano.
       Don Carlo è un sacerdote di grande capacità educativa. Segue i ragazzi nella loro crescita, ha un cuore capace di
       accogliere tutti, di amare tutti, di essere responsabile di tutti.
       Nel 1940, l’Italia entra in guerra. Don Carlo vede i suoi giovani partire per diversi fronti d’Europa. Lui vuole essere
       vicino ai suoi ragazzi e chiede di essere arruolato come cappellano militare.
       Con il suo altarino da campo, su cui offre ogni giorno il Sacrificio di Gesù nella Santa Messa, con il suo cuore
       sacerdotale, è presente accanto ai suoi alpini in Albania, in Grecia, in Croazia. Un’esperienza lacerante, ma perché   LE NOSTRE COMUNITÀ  LE NOSTRE COMUNITÀ
       tutto quel dolore, perché la morte di tanti innocenti?
       Solo lui, sacerdote di Cristo, alla luce della fede, sa rispondere, consolare, incoraggiare.
       Nel 1942, inizia la terribile compagna di Russia. Don Carlo è ancora là con i suoi soldati a condividere tanto strazio,
       l’immane tragedia. I soldati morenti, prima di chiudere gli occhi, perché dilaniati dalle armi, affidano a lui gli ultimi
       ricordi per le loro mamme, le mogli, i figli. Don Carlo, finita la guerra, ritorna in Italia con una lunga lista di indirizzi,
       così comincia a risalire le valli per raggiungere le famiglie dei suoi caduti. Incontra e consola le mamme, le mogli
       rimaste vedove, i bambini orfani.
                                                      Si rende conto, che anche i bambini “hanno fatto” la guerra,
                                                      soffrendo  incredibilmente:  feriti,  affamati,  mutilati,  non
                                                      curati, orfani. Sì, certamente non l’ha voluto Dio, sono stati
                                                      i prepotenti  a causare la tragedia,  ma perché tanto dolore,
                                                      perché il dolore degli innocenti?
                                                      Matura in lui l'idea di realizzare una grande opera di carità
                                                      che gli fa guadagnare il titolo di "padre dei mutilatini" e che
                                                      troverà compimento, dopo la guerra, con la Fondazione della
                                                      grandiosa opera
                                                      “Pro Juventute”,  per  le  cure  e  la  riabilitazione  dei  piccoli
                                                      mutilati.  Don Carlo  è segnato  dentro  da quel  mondo  di
                                                      sofferenza.  Sente  che  tocca  a  lui  dare  senso  e  letizia  a
                                                      quell’umano  dolore  innocente.  Per questo insegna  ai  suoi
       mutilatini a soffrire e a offrire il loro dolore a Gesù che soffre sulla croce.
       Si ammala di tumore e nel 1956 muore a 54 anni, dopo aver donato le cornee a due ragazzi ciechi, in un epoca dove
       i trapianti d’organi non erano ancora regolamentati dalla legge italiana.
       Nel gennaio del 2009 Papa Benedetto XVI lo proclama “Beato”
       Grazie don Antonio per averci fatto conoscere la straordinaria storia del Beato don Carlo Gnocchi, un prete che
       colpisce e attrae tantissimo per il suo stile di prete, di testimone di vita e di parole del messaggio cristiano.
                                                                                                        Anna


                                                                                Aprile-Maggio 2020       11
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