Page 31 - Bollettino Dicembre 2019
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IL 1968 AD ALMENNO SAN BARTOLOMEO
[7 parte]
a
Spesso sul Pungolo vengono presentate e commentate delle poesie, per esempio una poesia di Majakovskij:
“Per che cosa combattiamo”, analizzata da Antonietta (n. 16, 25 settembre 1972), oppure una poesia di Pasolini:
“Ballate della violenza”, commentata da Letizia (n. 39, settembre 1976), o una poesia di Montale presentata da CoMe eRA
Letizia e Sergio (n.35, dicembre 1975) e tante altre che si possono leggere sul giornale. In un altro numero, 23, 25
dicembre 1973, si parte dal caso dello scrittore russo Solgenitsin, allora molto dibattuto, per arrivare a criticare
la concentrazione delle testate che favoriva la manipolazione delle notizie: “La concentrazione delle testate dei
giornali italiani più diffuse nelle mani di pochi industriali (vedi Monti e Fiat), non favorisce certo il processo di
informazione ; gli stessi giornali minori poco incidono per scarsa diffusione e difficoltà finanziarie”, osservazioni
anche oggi attualissime. V
Ermanno Arrigoni
Come per gli altri precedenti numeri del Bollettino, abbiamo chiesto ad un altro protagonista del Pungolo,
Giuseppe Frigeni, un suo ricordo di quei tempi. Eccone il testo...
Un ricordo del giornalino "Il Pungolo"
Ricordare l’esperienza vissuta con gli amici, tutti giovani, per la redazione del Pungolo e per chi è ormai nonno,
vuol dire rivivere il paese di Almenno S. Bartolomeo con tutti i suoi problemi, ma con la voglia di cambiamento
e di miglioramento della Comunità.
Allora la popolazione era la metà di adesso, costituita principalmente da operai ed impiegati, con pochi studenti
delle superiori e con un accentuato spopolamento della montagna verso la pianura.
Era però già in corso una sensibile trasformazione economica e culturale della società civile non essendo, a mio
parere e dei redattori del Pungolo, supportata al meglio dagli amministratori in carica.
E’ in questo contesto che un gruppo di giovani, provenienti quasi tutti dall’Oratorio, decisero di fondare e
diffondere il giornalino denominato “Il Pungolo”.
Il nome stesso del giornalino ne motivava l’intento di essere di stimolo alla classe politica di allora perché
affrontasse con più lungimiranza i gravi problemi strutturali che affliggevano la società almennese. AMo CoMe SiAMo CoMe eRA
In particolare ricordo la scarsità di acqua potabile durante i periodi estivi, la mancanza delle scuole medie
comunali (si tenevano le lezioni all’oratorio), non esisteva la circonvallazione De Gasperi e quella di Barlino, il
comune era in un vecchio edificio vicino all’asilo, la rete del metano non esisteva.
Ancora più grave era la carenza abitativa con emigrazione presso i paesi limitrofi per dotarsi di un appartamento
per viverci.
Al fine di proporre soluzioni a tutti queste problematiche i giovani del Pungolo si riunivano presso la Villa
dell’Amicizia per discutere, scrivere articoli che fossero di stimolo agli amministratori comunali e di informazione
alla popolazione.
In pari tempo i redattori del Pungolo, sostenuti dalla popolazione, si erano assunti l’onere di guidare il
rinnovamento amministrativo in prima persona e ben tre sindaci che si sono succeduti erano stati redattori del
Pungolo (Bonfanti, Fagiani e Tironi).
A giudizio di molti cittadini almennesi e con il loro sostegno, in quegli anni sono state gettate le basi per
lo sviluppo sociale ed urbanistico di Almenno S. Bartolomeo con la realizzazione delle strutture pubbliche e
dell’edilizia privata e cooperativistica.
E’ stato un dispiacere dei redattori del Pungolo rinunciare alla continuazione della diffusione del giornalino ma V
ormai molti redattori erano impegnati direttamente nell’amministrazione comunale e nelle varie associazioni e
pertanto erano venuta meno le premesse del Pungolo medesimo.
Ricordare l’esperienza del Pungolo per me e per gli amici redattori è un piacevole ritorno al passato augurandomi AMo
che il piccolo contributo di ognuno abbia portato al miglioramento della società almennese.
Giuseppe Frigeni
Dicembre 2019 31