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IN CONFIDENZA4IN CONFIDENZACarissimi, in queste settimane, dentro l%u2019anno del giubileo, si respira aria di pausa, ferie, vacanze, riposo.%u00c8 riduttivo ritenere che per riposare siano sufficienti il pisolino pomeridiano per ricaricare le energie o una buona notte di sonno che ci fa svegliare pronti per affrontare la giornata.La logica %u00e8 quella del riposo sabbatico del Libro del Levitico 25: %u201cQuando entrerete nella terra che vi do, la terra far%u00e0 il riposo del sabato in onore del Signore: per sei anni seminerai il tuo campo e poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti, ma il settimo anno sar%u00e0 come sabato, un riposo assoluto per la terra, un sabato in onore del Signore%u201d. E l%u2019anno del Giubileo pu%u00f2 essere considerato come un grande sabato che ci d%u00e0 la possibilit%u00e0, non tanto di non fare niente di niente, ma di scoprire che siamo di pi%u00f9 di ci%u00f2 che facciamo e produciamo. E che solo riposando periodicamente, come la terra, possiamo rigenerarci e rigenerare noi stessi e il mondo.Viviamo in una societ%u00e0 che idolatra l%u2019efficienza, la visibilit%u00e0, la produzione continua, una societ%u00e0 troppo spesso consumista, che suggestiona per addormentare, che gonfia il desiderio per riempirlo di cose, che comunica per non dire nulla, che propone successo al prezzo dell%u2019alienazione, che coltiva il corpo per uccidere l%u2019anima, perch%u00e9 non ha pi%u00f9 il coraggio di stare davanti alla verit%u00e0.Ma la vita spirituale - quella vera, profonda, feconda, quella del cuore, quello %u201cstare bene%u201d che va oltre la salute fisica tanto preziosa ma non sufficiente - cresce in un altro ritmo. Come diceva il cardinale Carlo Maria Martini: %u00abLa vita spirituale non %u00e8 una corsa, ma un pellegrinaggio a tappe, con pause, soste, silenzi%u00bb.Il riposo %u00e8 umano, e quindi %u00e8 sacro. Lo ricorda spesso Enzo Bianchi: %u201cImparare a riposare non %u00e8 perdere tempo, ma abitare il tempo. Non %u00e8 fuggire, ma sostare.%u201d In un tempo in cui la vacanza %u00e8 spesso una forma di consumo o una corsa a nuove prestazioni (sportive, sociali, fotografiche) nei fatti dice che il corpo conta, che la mente va rigenerata, che l%u2019anima ha bisogno di rifiatare.Lo stesso Agostino ci insegna che il cuore umano %u00e8 inquieto finch%u00e9 non riposa in Dio. Ma questo %u201criposo in Dio%u201d non %u00e8 un%u2019astrazione: si costruisce anche nel ritmo sabbatico della vita, nella capacit%u00e0 di fermarsi, di stare, di ascoltare. Il monachesimo lo ha sempre saputo: %u201cOtia sancta non sunt vacua%u201d, diceva Gregorio Magno: il riposo santo non %u00e8 vuoto, ma %u00e8 abitato dalla presenza.Anche San Bernardo di Chiaravalle, nel suo scritto a un Papa, ammoniva: %u201cOccupato da mille impegni, rischi di perdere te stesso. Rientra in te, prendi tempo per Dio, per la tua anima.%u201d Fare vacanza restando a casa o spostandosi non %u00e8 %u201cun andare via%u201d, ma un ritornare dentro.Il teologo Dietrich Bonhoeffer, dal carcere, ricordava che %u00abla solitudine non %u00e8 vuoto, ma piena relazione con Dio%u00bb. E Papa Benedetto XVI, ci aveva avvertiti: %u201cChi non sa fermarsi, non sapr%u00e0 mai ascoltare%u201d%u2026 n%u00e9 se stesso, n%u00e9 Dio, n%u00e9 gli altri. Imparare a sospendere l%u2019affanno, a spegnere %u2013 almeno per un po%u2019 %u2013 il cellulare, ad allentare i ritmi imposti dai social che ci vogliono sempre connessi, sempre produttivi, sempre presenti. Imparare a non dover dire nulla. A non dover fare nulla.Il riposo, in fondo, %u00e8 un comandamento divino: Dio stesso, il settimo giorno, si %u00e8 fermato. Non perch%u00e9 fosse stanco, ma per insegnarci la bellezza del non fare, della contemplazione, del semplice godere. Fermarsi %u00e8 una forma alta di resistenza spirituale. E allora, ci fermiamo perch%u00e9:1.c%u2019%u00e8 qualcosa di straordinario che accade intorno e dentro di noi, nelle nostre relazioni, negli spazi che abitiamo e nelle esperienze che facciamo. %u00c8 solo rallentando che possiamo distinguere le cose che contano, i volti degli amici, il sole che tramonta e un buon pranzo condiviso%u20262.ci accorgiamo che non tutto dipende da noi ma che c%u2019%u00e8 un di pi%u00f9 di gratuit%u00e0 e dono di cui poter gioire ed essere grati. Possiamo imparare a mandare in pensione l%u2019ansia da prestazione e il delirio di onnipotenza per scoprire che %u00e8 bello, buono e giusto lasciar spazio a qualcun altro, lasciar fare a Dio.3.possiamo contemplare e godere nel riposo ovvero in quel tempo che ci concediamo per rigenerarci e poterci accorgere di ci%u00f2 che abbiamo fatto. Qui si tratta di imparare da Dio, dal settimo giorno in cui decide di fermarsi e di contemplare le cose buone che ha fatto.Ricordando Papa Francesco che trascorreva le vacanze in Vaticano e Papa Leone che ha scelto di andare a Castelgandolfo, il pensiero corre a Pietro, %u201cil primo papa%u201d, discepolo di Ges%u00f9 ha fatto esperienza di un riposo cos%u00ec quel giorno in cui Ges%u00f9 l%u2019ha chiamato ad essere pescatore di uomini. %u00c8 salito sulla sua barca e gli ha chiesto di spostarsi dalla riva perch%u00e9 pi%u00f9 gente potesse ascoltarlo insegnare. Chiss%u00e0 che stupore per Pietro o forse fastidio per aver interrotto il suo lavoro quotidiano, ma anche lui poi si

