Page 5 - Bollettino Dicembre 2019
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LUCA ed ANdReA    oRdiNAti diACoNi



       In Oratorio sono cresciuto, ho fatto catechismo e ricordo che suor Donata
       (la mia catechista) con me ha portato molta pazienza; non ricordo molto
       quello che facevamo a lezione, ma ho bene in mente la passione con cui ci
       parlava del Signore e l’ho sempre portata dentro come modello da imitare.
       In oratorio ho giocato a calcio, ho frequentato il gruppo adolescenti con don
       Luca, Marzia e Valerio, in Oratorio ho fatto i CRE, nella nostra casa alpina
       a Bratto ho fatto i ritiri e i campi scuola, qui in cortile, accanto alla Chiesa,
       la sagra per le feste patronali. In Parrocchia e a casa si è davvero svolta la
       mia vita, fin quando un giorno, in seconda superiore accompagnato da
       don Luca Testa, che era il nostro curato, iniziai a frequentare gli incontri
       vocazionali e, il primo ottobre 2012, ho iniziato la mia avventura in
       Seminario. La comunità ogni volta che sono rientrato a casa mi ha sempre
       fatto sentire un suo figlio, ha pregato per me e mi ha sostenuto.
       Don Gianni, il nostro parroco, è stato per me un grande esempio che con
       discrezione, affetto e passione mi ha sempre accompagnato in questi anni
       di Seminario e come lui gli altri preti. Don Nicola, il curato, mi ha mostrato,
       in parole, gesti e nella preghiera, la bellezza di essere un giovane prete in una comunità e poi, la comunità tutta:
       so che in queste sere avete pregato per me, grazie! Ieri sera durante il canto delle litanie dell’ordinazione mi
       sono davvero sentito accompagnato e sostenuto dalla vostra preghiera, da quella dei carissimi parrocchiani di
       Almenno San Bartolomeo, dove faccio servizio da tre anni, dai santi e dalla Chiesa tutta: quanti doni mi ha
       fatto il Signore!
       Venendo alla Festa dei Santi che celebriamo oggi, è bello vedere come questi nostri fratelli maggiori ci testimoniano
       una presenza, la bellezza di una vita donata a Dio e ai fratelli e ci dicono: se vuoi puoi farlo anche tu!
        Il Vangelo di oggi ci dice “beati i poveri, coloro che sono nel pianto, beati i perseguitati...”. Non so noi a quante
       persone augureremmo di trovarsi in queste condizioni; credo a nessuno ma penso che il Signore, con queste
       parole, voglia dirci questo: sono beate quelle persone che si accorgono, che si sentono mancanti, beati coloro
       che si sono scoperti peccatori e che nella vita quotidiana hanno sperimentato che qualcosa manca. Oppure   Le NoStRe CoMUNitÀ
       che siamo beati quando qualcosa nella nostra vita non è andato come ce lo immaginavamo o come non ce lo
       saremmo augurato, perché in questo terreno, in queste sorprese, in questi dolori o in queste gioie, il Signore si
       fa presente. Questi sono i terreni dove il Signore ci fa sentire la sua presenza, la sua vicinanza ed il suo amore.
       Sono i terreni in cui il Signore può già, oggi, compiere la promessa fatta ai suoi discepoli: io sono con voi tutti
       i giorni fino alla fine del mondo. Allora quale migliore augurio ci possiamo fare se non che queste beatitudini
       siano la bussola e le istruzioni per la nostra vita, come lo sono state per i santi, perché come ci testimoniano loro,
       quando siamo nel pianto, affamati, perseguitati in tutta la nostra vita avremo la certezza che già oggi e poi in
       paradiso il Signore passerà a servirci, ad asciugare le lacrime e a far festa con noi, a donarci la gioia e la vita
       eterna. Questo ci testimoniano i santi: è possibile una vita donata, una vita spesa nella gioia, nella fraternità
       con i fratelli e con il Signore.
       Vorrei concludere lasciandovi una preghiera, che è anche una poesia, a me molto cara, che mi consegnò un prete
       al termine di un periodo di esercizi spirituali al termine della
       quarta teologia; ve la consegno perché penso possa essere un
       bel manuale di istruzioni se vogliamo diventare santi:
       "Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani per fare il suo
       lavoro oggi. Cristo non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi per
       guidare gli uomini sui suoi sentieri. Cristo non ha labbra, ha
       soltanto le nostre labbra per raccontare di se agli uomini di
       oggi. Noi siamo l’unica Bibbia che i popoli leggono ancora,
       siamo l’unico messaggio di Dio scritto in opere ed in parole".
       Che questa possa essere la nostra vita vissuta con il Signore,
       ciascuno nella particolarità della propria vocazione!

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