Page 7 - Bollettino Dicembre 2019
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Comunità  LA MERAVIGLIOSA STORIA



 parrocchiale di                  DELLA CHIESA DI S. ROCCO
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 SAN ROCCO             I primi Parroci di Albenza


 in ALBENZA  Abbiamo già parlato di don Andrea Tironi (1758-1783), primo parroco di Albenza, che
       resse la parrocchia per 25 anni, dall’anno di fondazione 1758 fino al 1783. Poi si ritirò
       infermo nella sua casa di Casucco dove morì il 10 dicembre 1785. In una nota del registro
       delle nascite e dei battesimi dall’anno 1758 fino all’anno 1836 dell’Archivio parrocchiale di
       Albenza, trovata dalla signora Jose Tironi, appassionata di storia e ricercatrice con me nell’Archivio
       parrocchiale, un parroco anonimo ha aggiunto, dopo l’ultimo battesimo amministrato da don Andrea
       Tironi il 27 aprile del 1784, questa frase: “Fin qui il primo parroco don Andrea Tironi di felice memoria,
       sepolto sotto la scalinata dell’altare maggiore senz’altro segno, per indecenza degli eredi ed ingrati
       parenti”. Nel 1785, quando morì don Andrea Tironi, non c’erano i cimiteri come li vediamo oggi,
       lontani dalle case per ragioni igieniche; questi cimiteri sorsero dopo l’editto di Napoleone del 1806.
       Fino ad allora i parroci e le persone più ragguardevoli venivano sepolte in chiesa (vedi la chiesa di
       S. Nicola di Almenno S. Salvatore con tante tombe ancora visibili) e i fedeli nel sagrato attorno alla
       chiesa. L’anonimo parroco, forse, voleva sottolineare che don Andrea Tironi era stato sepolto sotto la
       scalinata dell’altare maggiore della chiesa parrocchiale di Albenza senza alcun segno (una lapide, uno
       scritto), criticando per questo gli eredi e gli ingrati parenti di don Andrea, che comunque è sepolto lì.

       Gli successe don Pietro Rota (1783-1800) di Pontirolo che fu parroco dal 1783 al 1800. Prima di essere
       parroco fu economo spirituale della parrocchia, cioè reggeva la parrocchia senza la nomina ufficiale.
       Poi arrivò don Luigi Cornali (1800-1815) di Almenno S. Salvatore, che fu parroco dal 1800 al 1815,
       quando in Europa dilagavano le guerre napoleoniche. Per un anno (1816) la parrocchia fu retta da un
       certo don Francesco Rota.
       Nel 1816 fu scelto come parroco don Antonio Mazzoleni (1816-1823), originario della Valle Imagna, che
       resse la parrocchia per circa 8 anni, cioè fino al 1823. Ai tempi di questo parroco risale un interessante   CoMUNitÀ  di  SAN RoCCo  iN  ALBeNZA
       diploma del vescovo di Bergamo Dolfin in cui si riconosce l’autenticità di una reliquia della parrocchia
       di Albenza, cioè di un pezzo delle ossa di S. Sebastiano martire: “Giovanni Paolo Dolfino, per grazia
       di Dio e della sede apostolica vescovo della Chiesa di Bergamo, Conte, ecc., attestiamo a tutti e ai
       singoli, con indubitabile fede, nella misura in cui a noi sono state mostrate le sacre reliquie, le abbiamo
       riconosciute estratte diligentemente da luoghi autentici e le abbiamo dichiarate autentiche, dalle quali
       abbiamo preso le seguenti, cioè un piccolo pezzo delle ossa di S. Sebastiano martire, riconosciuto in
       questa Curia vescovile. Dato a Bergamo, in questo palazzo vescovile, il 15 maggio 1819”.
       Altri diplomi di questo tipo riconoscono l’autenticità di altre reliquie della parrocchia di Albenza: un
       piccolo pezzo delle ossa di S. Taddeo apostolo, di S. Ermenegildo, del velo della Beata Vergine Maria,
       ecc. Anche il vescovo di Bergamo Speranza in data 17 luglio 1857 riconosceva con la stessa formula
       l’autenticità delle reliquie del velo di Maria Vergine, del legno della santa Croce, delle ossa di S. Rocco,
       di S. Paolo apostolo, delle ossa di S. Taddeo apostolo, delle ossa di S. Sebastiano, di S. Ermenegildo
       e della veste di S. Giuseppe. Lo stesso faceva il vescovo Luigi Maria Marelli nel 1920, e da ultimo il
       vescovo Giuseppe Piazzi il giorno 8 marzo 1956 riconosceva l’autenticità della reliquia di S. Maria
       Goretti. Tranne quest’ultima, noi cristiani moderni siamo piuttosto scettici su queste reliquie antiche,
       era la spiritualità di quel tempo, superata dal Concilio Vaticano II, che ha dato inizio ad una nuova
       spiritualità, fondata unicamente su Gesù e sul suo Vangelo.

       (Continua).
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