Page 29 - Notiziario Parrocchiale San Bartolomeo e San Rocco Febbraio 2021
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Incontri formativi per le Comunità
“A cosa serve un bollettino parrocchiale?
Struttura e scrittura di uno strumento pastorale”
Nel mondo attuale della comunicazione, che utilizza
sempre più internet ed i social network, sono consi-
derati «stampa minore». Eppure i notiziari parroc-
chiali ovvero i nostri bollettini sono come dei pulpiti
odierni, dei “pulpiti di carta”, come li ha definiti don
Mattia Magoni, direttore dell’Ufficio diocesano co-
municazioni sociali, durante l’incontro di formazio-
ne in video-conferenza lunedì sera 25 gennaio che
ci ha visti collegati poco meno di 150 interlocutori.
I bollettini hanno infatti una loro nobiltà, perché
hanno una storia e un sempre grande spazio nel cam-
mino di formazione e informazione: da un’ indagine
fatta nel 2017, nella nostra diocesi la diffusione dei
notiziari parrocchiali è capillare: ogni mese ne sono locale e alla Chiesa universale, ambiti purtroppo an-
stampate 40.000 copie, raggiungono ben 200.000
persone e coinvolgono nelle redazioni circa 750 ad- cora carenti nei notiziari parrocchiali. Quindi spazio
detti oltre a coloro che prestano il servizio di distri- a temi attinenti la fede, come spiritualità, Bibbia,
buzione. liturgia, arte, e temi di attualità, come sociopoliti-
co, cultura, mondo, problematiche varie, che sono
Don Magoni ha esordito ricordando l’evoluzione necessari per guardare la realtà con gli occhi della
che ha interessato anche i notiziari parrocchiali nel fede». Fondamentale anche l’estetica. «Oggi è as-
corso dei decenni. «Negli anni Sessanta erano es- solutamente necessaria la grande cura della grafica
senzialmente dei bollettini, erano “la voce del parro- e della scelta delle foto, perché sono un racconto di
co” e si privilegiava l’informazione. Nei due decen- ciò che accade. Pagine colorate comunicano gioia e
ni successivi, per i cambiamenti sociali, diventano anche una foto conquista».
“un popolo in cammino”, per tenere i contatti con
tutti. Negli anni Novanta assumono il “credere”, È poi intervenuto Diego Colombo, caposervizio de
cioè la formazione. I notiziari parrocchiali hanno L’Eco di Bergamo, dicendosi convinto che «nella
una melodia propria, ma inserita nell’unica sinfonia rivoluzione della comunicazione i notiziari parroc-
della comunicazione». Quale l’obbiettivo, la loro chiali hanno un futuro». Quindi ha parlato delle ca-
«mission»? «La loro presenza può far scoccare la ratteristiche pratiche di un articolo: testi non lunghi
scintilla per riscoprire o avvicinarsi alla fede, diven- e non ridondanti di aggettivi o avverbi; distinguere
tando un pulpito di carta, perché grazie allo scritto i fatti dalle opinioni personali; dare importanza sia
si può comunicare fede e vita comunitaria. Sono un all’«attacco», cioè gli inizi del pezzo, per attirare i
camminare insieme, perché non basta più soltanto lettori, sia alle interviste, che richiedono prima di
l’informazione, ma si mettono in contatto con l’uni- documentarsi; puntare molto sui titoli. Ogni articolo
ca famiglia parrocchiale». deve rispondere alle cinque «W», riprese dall’in-
glese: who, what, where, when, why (chi, che cosa,
Quali le caratteristiche indispensabili per il notizia- dove, quando, perché).
rio? «Non devono mai mancare le informazioni —
ha detto don Magoni —, non sempre curate adegua- Dopo alcuni interventi, don Magoni ha annunciato
tamente. Oggi molti non conoscono neppure il nome che si sta pensando a un corso per gli impegnati nei
del parroco, i gruppi e gli orari di Messe e incontri. notiziari parrocchiali.
Così pure è necessario il calendario parrocchiale, [Rielaborazione dell’articolo di Carmelo Epis del
perché la gente deve e vuole sapere. Sono anche in- Santalessandro.org]
dispensabili gli spazi riservati alla vita della Chiesa Franco
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