Page 3 - Notiziario Parrocchiale San Bartolomeo e San Rocco Giugno-Luglio 2020
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METTERSI IN GIOCO...
         METTERSI IN GIOCO...

         “Come stai? Come vanno le cose ad Almenno e in Albenza?”



       Con tanta gioia ho ricevuto questa lettera-testimonianza di Pietro.
       Ero tentato di pubblicarla al posto del mio “In confidenza”…ma avevo alcune cose da dire.
       Ritengo di non tradire la sensibilità di Pietro se questo suo scritto, domande comprese, lo accogliamo
       come rivolto personalmente a tutti.

       Pensando a Pietro che sta vivendo un’esperienza di volontariato, non vorrei dimenticare i tanti giovani,
       anche di Almenno, che si sono spesi per persone e situazioni di bisogno e incoraggiare altri a mettersi in
       gioco.
                                                                                                 Don Giulivo

                             Pocona, 22 febbraio 2020

       Caro don Giulivo,

                       come    stai?   Come    vanno
       le cose ad Almenno  ed in  Albenza? Tu stai
       bene? Sei contento di quello che sta vivendo il
       paese? Immagino ci siano cose belle e cose più
       preoccupanti: si cerca di camminare.
       Io qui  sto bene,  ho incontrato persone molto
       buone, realtà molto belle che mi entusiasmano
       e mi fanno sognare, soprattutto per i ragazzi che                                                        LE NOSTRE COMUNITÀ  LE NOSTRE COMUNITÀ
       ho salutato in Italia.
       Nella  parrocchia  di  Pocona,  dove  vivo  assieme  a  padre  Valentino  ed  altri  volontari  dell’Operazione
                                                              Matogrosso      gestiamo      l’internato    di
                                                              falegnameria  che ospita 27 ragazzi  divisi
                                                              in  2  corsi  (corrispondenti  alle  nostre  3°  e  4°
                                                              superiore). Condividiamo con loro la giornata da
                                                              lunedì a venerdì. Ci si sveglia alle 6.15, alle 6.30
                                                              c’è la meditazione in chiesa: si entra tutti in fila,
                                                              genuflessione,  segno  della  croce,  mani  giunte,
                                                              si  chiede  silenzio  e  raccoglimento.  Si  canta,  si
                                                              prega e due ragazzi al giorno condividono con
                                                              gli  altri  alcune  riflessioni,  raccontando  un  po’
                                                              quello che hanno vissuto: momenti belli e brutti.
                                                              Poi c’è la lezione in classe, la colazione e il lavoro
                                                              di  falegnameria.  La  giornata  poi  fino  a  sera  è
       scandita: c’è un momento di gioco, il lavoro, lo studio, la merenda. Prima e dopo i pasti mani giunte, un
       momento di preghiera e di ringraziamento. I ragazzi poi si turnano per servire e fare le pulizie. In tutto
       questo i ragazzi sono seguiti e aiutati da assistenti più grandi che, oltre ad insegnare loro il mestiere, hanno
       il compito di essere il primo esempio, preoccuparsi di loro e aiutarli a rispettare le regole. Il desiderio di
       questa realtà non è solo fare imparare loro un mestiere con cui vivere ma aiutarli a vivere una vita buona,
       preoccuparsi di loro, delle loro famiglie (spesso difficili), insomma accoglierli, voler loro bene. Anche nei
       confronti degli assistenti si cerca di avere la stessa preoccupazione: solitamente sono ragazzi che sono usciti
       dall’internato, a cui è stato proposto di seguire i più piccoli. Dopo questa esperienza comunque spesso i
       ragazzi vanno a comporre una cooperativa: una realtà con cui possono mantenersi e all’interno della quale
       si cerca di tenere vivo il rapporto con la parrocchia.


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