Page 9 - Notiziario Parrocchiale San Bartolomeo e San Rocco Giugno-Luglio 2020
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LA MERAVIGLIOSA STORIA MERAVIGLIOSA STORIA
LA
DELLA CHIESA DI S. ROCCO CHIESA DI S. ROCCO
DELLA
[27 parte]
a
I primi Parroci di Albenza
Da alcuni numeri di questo Bollettino, stiamo passando in rassegna i primi parroci
di Albenza. Al parroco don Antonio Mazzoleni (1816-1823), successe come economo
spirituale ad Albenza don Andrea Fenili (1824) e successivamente, sempre come economo
spirituale, don Giacinto Calderoni (1825). Nel 1825 fu eletto parroco don Giuseppe Gavazzeni
(1825-1833) che resse la parrocchia fino al 1833.
A don Gavazzeni successe don Antonio Cassotti (1833-1663) che fu parroco ad Albenza per ben 30
anni, cioè fino al 1863. Era di S. Omobono e con lui avvenne la seconda visita pastorale ad Albenza, il
23 settembre 1861, il giorno dopo che il vescovo Speranza era stato ad Almenno S. Bartolomeo, 82 anni
dopo quella del vescovo Dolfin (1799). E’ don Cassotti stesso a stendere 2 relazioni della parrocchia
per la visita pastorale, contenute nel volume 115 delle visite pastorali della Curia di Bergamo.
Nella prima relazione predomina una descrizione esterna della parrocchia, cioè delle chiese, della casa
parrocchiale e del cimitero; nella seconda prevale la presentazione della vita parrocchiale.
La chiesa parrocchiale di S. Rocco è a croce latina, con 2 cappelle con “volto” (volta) di cotto e di
cotto pure il pavimento, “in buon essere all’esterno e all’interno. Il presbiterio, sufficiente, è in forma
quadrata senza balaustre, con 3 gradini di pietra. C’è un grande crocifisso in pittura sopra il coro. Altare
in legno con postergale di cotto di forma quadrata con 2 gradini di marmo, il tabernacolo è di legno, di
forma quadrata.
A destra, cappella di forma quadrata dedicata alla B. Vergine sotto il titolo degli Angeli: l’altare è di
cotto di forma quadrata, colla pietra sacra inserita nel cotto, con tabernacolo di cotto e interamente
coperto di seta con 3 tovaglie... Ripostiglio per gli orcioli, croce elevata, tavolette e altri ornamenti per
la celebrazione della Messa. Senza cancelli e senza sedie dei privati. COMUNITÀ DI SAN ROCCO IN ALBENZA
Altra cappella a sinistra dedicata a S. Antonio abate. Per il battistero non vi è cappella, ma vi è il quadro
di S. Giovanni in atto di battezzare nostro Signore ed è difeso da cancelli. L’organo ben collocato,
fabbricato dai sigg. Serassi da circa 60 anni, c’è anche la cantoria. Ci sono 2 confessionali: nella parte
interna vi è un’immagine di nostro Signore e quella della beata Vergine con la tabella dei casi riservati
[al vescovo che solo poteva assolvere dai peccati più gravi, come l’omicidio, l’aborto, ecc.].
Ci sono 2 pilette per l’acqua santa: quella delle donne dal lato destro opportunamente collocata distante
dalla parete, quella degli uomini dal lato sinistro come più conveniente ed attaccata al muro. Negli
uomini banchi numero 10 e nelle donne numero 12. Il campanile è sormontato dalla croce ed ha
l’orologio che appartiene al Comune; 5 campane benedette da mons. vescovo Morlacchi l’anno 1835”.
Sono piccole notizie che ci descrivono la chiesa e il campanile di Albenza come erano nel 1861 (l’anno
della riunificazione dell’Italia e l’inizio del regno d’Italia sotto i Savoia). Oggi questa chiesa e questo
campanile non esistono più in seguito ai restauri e ai rifacimenti fatti negli anni successivi, come
vedremo.
“Nel cimitero vi è piccola cappelletta con immagine; non vi fu seppellito in questo campo santo alcun
sacerdote; non vi è l’ossario, nessuna pianta entro al camposanto, l’erba è falciata ed arsa in detto
luogo, è difeso da muri sufficienti, alti, ma non da cancelli. Non si seppelliscono infedeli, eretici ed
altri; secondo il rituale debbono essere esclusi, non è iscrizione né profana né scandalosa”.
(Continua).
Ermanno Arrigoni
Giugno-Luglio 2020 9