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21ha preparato all%u2019intensa riflessione ispirata ad Antonio Bello, dove la figura della Donna vestita di sole ha incarnato una maternit%u00e0 luminosa, una resistenza silenziosa contro le tenebre del mondo. Insieme si %u00e8 poi intonato Dell%u2019Aurora tu sorgi pi%u00f9 bella, antico canto mariano che ha quasi voluto invocare il sole, invitarloa farsi vedere, ad attraversare la pietra come ogni anno.Il Cantico delle Creature, scelto in occasione del suo ottocentesimo anniversario, ha rinnovato, recitato da Vittorio nell%u2019originale di San Francesco, la lode alla luce, al vento, al fuoco e alla nostra madre terra. Gianluca, con la consueta passione divulgativa, ha illustrato le dinamiche fisiche e astronomiche che rendono possibileil fenomeno che tutti stavano attendendo. Si sono aggrovigliati i minuti nell%u2019attesa della luce che non si palesava%u2026 e solo scaduto il tempo in cui l%u2019egida dell%u2019orologio farebbe definire %u201calba%u201d, Don Giulivo ha salutato i presenti, sottolineando che, nonostante la luce non si fosse ancora mostrata, l%u2019attesa silenziosa e la condivisione erano state esse stesse un dono di grande bellezza e valore. Dopo qualche minuto, allontanatisi i pi%u00f9, proprio mentre gli ultimi presenti si stavano congedando, %u00e8 accaduto l%u2019inatteso: un raggio di sole %u00e8 penetrato dalla fessura orientale, e ha disegnato per un istante, sulla parete, la croce di luce. Un segno fugace, colto solo dai pochi rimasti, che per%u00f2 ha restituito a tutti coloro che leggono ora %u2013 presenti e assenti %u2013 il senso profondo dell%u2019evento: l%u2019attesa non %u00e8 mai vana, anche quando sembra delusa. La luce arriva. A modo suo, a tempo suo.Esterper il gruppo cultura TESORI DI CASA C%u2019%u00e8 una crepa in ogni cosa. %u00c8 da l%u00ec che entra la luce. (Leonard Cohen, Anthem)Il 21 giugno 2025, il tempio di San Tom%u00e8, immerso nel silenzio dell%u2019alba e nei ritmi lenti dell%u2019attesa, ha ospitato un nuovo incontro comunitario per accogliere la luce del solstizio d%u2019estate.Ma quest%u2019anno, a differenza dello scorso anno, il prodigio ha tardato ad arrivare. La croce luminosa si %u00e8 mostrata solo intorno alle ore 6:55, quando gran parte dei presenti aveva gi%u00e0 lasciato il luogo. Un%u2019apparizione tardiva e spiazzante, che ha trasformato l%u2019attesa in lezione: la luce non si lascia addomesticare, non arriva quando la chiami, quando la cerchi. La luce sceglie il suo momento, e arriva anche quando ci si %u00e8 arresi al buio. Come certe risposte che giungono solo quando il cuore smette di domandare, e resta in silenzio. L%u2019iniziativa, promossa con passione da Don Giulivo e realizzata con la collaborazione di tanti amici, ha offerto ai partecipanti un%u2019intensa esperienza comunitaria, tra parole sacre, suoni, riflessioni e contemplazione. La chiesa %u00e8 stata aperta alle 5:00, e per un%u2019ora ha accolto un silenzio condiviso, interrotto solo dalle note di Beethoven: il secondo movimento della Sesta Sinfonia, la %u201cPastorale%u201d, ha introdotto un%u2019atmosfera di sospensione, in attesa del primo raggio. Poi, le letture e i canti hanno disegnato il percorso spirituale: Il Salmo 8, cantato da Marilisa e Nadia,nella vibrante versione poetica di David Maria Turoldo, ha aperto la celebrazione. A seguire, il Salmo 19, introdotto da Nicoletta, ha narrato il cielo come parola muta eppure eloquente. Il testo dell%u2019Apocalisse 12, letto da Riccardo, Solstizio d%u2019estate a San Tom%u00e8 2025: la luce che si %u00e8 fatta attendere

