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7SAN ROCCO IN ALBENZA a rate. %u201cIl parroco don Torri varie volte in chiesa ebbe a dichiarare di assumere tutti i debiti, sollevando la Chiesa e la popolazione da ogni gravame. In data 30 agosto 1962 il parroco inviava al vescovo e al vicario generale una dichiarazione in cui diceva di pagare personalmente tutti i debiti dell%u2019Asilo-Colonia in ragione di lire 6 milioni. Domandava per%u00f2 in compenso che la Chiesa si impegnasse ad un ufficio funebre annuo nell%u2019anniversario della morte del parroco don Torri Pietro. Il vescovo Piazzi accett%u00f2 la domanda del parroco%u201d. Un don Torri che ci commuove.Egli pens%u00f2 non solo all%u2019Asilo e alla Colonia, ma anche alla casa dei parroci di cui d%u00e0 questa descrizione: %u201cAll%u2019arrivo del nuovo parroco don Torri la casa parrocchiale appariva fatiscente e forse inabitabile. La cucina era orribile, pavimento in mattone, completamente sbriciolato, nero, con buche; nel muro c%u2019erano buchi vecchi ed antichi nidi di galline. Il camino del focolare era enorme, adattoper essiccare castagne. Don Torri, dopo avere fatto il pavimento con marmette, abbatt%u00e9 il vecchio camino sostituendolo con uno nuovo e sistem%u00f2 tutta la casa%u201d. Dalla piccola comunit%u00e0 cristiana di Albenza, don Torri guardava lontano, guardava a Roma, dove stava cominciando il Concilio Vaticano II, ed indice una novena, dal 29 settembre al 7 ottobre 1962 per il buon esito del Concilio, %u201cper il miracolo di una nuova Pentecoste%u201d.Ermanno Arrigoni 1962 In questo anno don Torri cerca di dare avvio ad un cinema in Albenza, installando una macchina a passo ridotto; ma il tentativo fallisce %u201cper mancanza assoluta di spettatori e la macchina viene riportata alla ditta%u201d. Don Torri %u00e8 un vulcano di iniziative: nello stesso anno pensa di costruire anche in Albenza un Oratorio, forse per emulare Almenno S. Bartolomeo dove era stato appena inaugurato l%u2019Oratorio nuovo. Nell%u2019archivio parrocchiale di Albenza sono conservati i progetti di questo Oratorio. Scrive nel Liber Chronicus della parrocchia: %u201cNel parroco don Torri entrava l%u2019idea di costruire l%u2019Oratorio maschile con salone, con teatro ed anche aule catechistiche e da gioco. Si pensava di costruire l%u2019Oratorio sul terreno a lato della chiesa. L%u2019ing. Angelucci fece anche il progetto, ma la questione non and%u00f2 in porto, per questo don Torri pens%u00f2 poi di costruire il nuovo Asilo-Colonia.E la sua Colonia funzionava anche bene: cos%u00ec scriveva nel 1962: %u201cColonia montana in Albenza, dal 28 giugno al settembre 1962: 55 letti piccoli, 15 letti grandi, i materassi furono costruiti in Albenza, mentre la tinteggiatura e finitura ad olio e smalto dei muri e imposte furono fatte dal parroco con l%u2019aiuto delle suore. Tutto arredato: i bambini e le bambine provenivano da Caravaggio, Filago, Madone, Bonate Sotto e Sopra, Curno, Lecco, Milano, Spirano, ecc. La retta mensile era di circa 14.000 lire. L%u2019esito fu buono: belle passeggiate alla Roncola, Costa, Cornabusa, Valcava, Linzone, Malanotte, Colle, Baita. 115 il numero totale dei bambini%u201d.La somma totale per la costruzione dell%u2019Asilo-Colonia fu di lire 6 milioni, %u201cescluso il lavoro di vari anni del parroco e delle sorelle%u201d. Qui si rivela chi era don Torri: non volle far pesare sulla parrocchia questa spesa, ma con una dichiarazione in Curia assunse su di s%u00e9 tutto il debito che avrebbe pagato Don Pietro Torri(1952-1964)Parroci di Albenza72%u00aa parte %u2013 continua%u2026

